Variabilità dei Parametri Ematologici
08 Nov 2007
Di che misura deve essere in un atleta la variazione di Hb o Hct per poter affermare che il valore di quel parametro è significativamente cambiato?
La differenza critica (dK) è definita come l’ entità del cambiamento richiesto per misurazioni successive in uno stesso individuo per poter affermare che quel parametro ematico si è realmente modificato.
dK90 è la differenza critica calcolata sul 90° percentile, cioè riferibile al 90% della popolazione. Questo significa che ancora il 10% dei soggetti può manifestare variazioni superiori senza che queste siano significative di cambiamento.
Costongs e Coll. (J. Clin. Chem. Clin. Biochem., 1985; 23: 69-76) hanno rilevato una dK90 del 14-15% per Hb e Hct, sia per misurazioni nello stesso giorno sia in giorni successivi, come pure a 6 mesi di distanza (misurazioni effettuate nello stesso laboratorio ed in condizioni standardizzate).
Ciò significa che occorre osservare variazioni di Hb di circa 2g% o di 8 punti di Hct per sospettare che qualcosa è intervenuto a modificare quei parametri.
Variazioni inferiori rientrano nelle oscillazioni fisiologiche di Hb e Hct.
Senza comunque dimenticare che il 10% dei soggetti sono esclusi da questa valutazione statistica, cioè possono mostrare variazioni superiori senza che queste abbiamo significato di cambiamento.
Lo studio di Costongs ha valutato 274 soggetti sani, in condizioni standard, in assenza di patologie intercorrenti, ma non atleti.
Per gli atleti in attività è logico attendersi dK ancora superiori a causa degli effetti dell’ allenamento sia del volume plasmatico (PV) che della massa eritrocitaria (RCV).
È noto che PV e RCV influiscono sulle concentrazioni di Hb e Hct.
Sono sufficienti infatti 3 settimane di allenamento per ottenere un aumento di 500 ml di PV e di 280 ml di RCV (Eur. J. Appl. Physiol., 1988; 57: 490-498).
In atleti di elite (Int. J. Sports Med., 2005; 26: 350-355) l’ allenamento tradizionale in altitudine per 3 settimane a 2050m ha determinato un aumento della massa emoglobinica totale (tHb) da 14.0 a 15.3 g/kg (incremento del 9.2%), così come della massa eritrocitaria (RCV) da 38.9 a 43.5 ml/kg (incremento del 11.8%).
Lo schema “live high-train low” (J. Appl. Physiol., 2006; 100: 1938-1945) per 24 giorni conferma simili aumenti di tHb (+5.4%) e RCV (+4.9%).
Studi retrospettivi su atleti di elite relativi agli anni tra il 1978 e il 1987 (quando l’ EPO non era disponibile e le manipolazioni-diluizioni non necessarie…) hanno dimostrato valori di Hct maggiori del 50% nel 10% circa dei campioni esaminati durante il periodo agonistico.
Durante il periodo invernale questa percentuale saliva al 18% (Int. J. Sports. Med., 1999; 20: S21).
Tutti gli studi recenti dopo il 1997, anno di introduzione dei test ematici nel ciclismo e nello sci nordico, non possono escludere la possibilità che gli atleti coinvolti abbiano alterato le misurazioni, abbassando le concentrazioni di Hb e Hct assumendo adeguate quantità di liquidi al fine di mostrare “valori normali”.
Le formule australiane “ON-score” e “OFF-score” sono anch’ esse risultato di valutazioni statistiche che non escludono la possibilità di errori, con “falsi positivi”.
I ricercatori australiani che le hanno sviluppate e proposte non hanno finora subito alcuna valutazione critica al loro lavoro da parte di scienziati non coinvolti nel business politico-economico della “lotta al doping”.
Gli stessi autori hanno comunque dovuto ammettere che CAUTELA deve essere mantenuta nel valutare risultati ematici di atleti esposti di recente ad altitudine naturale o simulata (Haematologica, 2003; 88: 1053-1062).
Poco o nulla c’è in letteratura scientifica relativamente alla dK dei reticolociti negli atleti, che comunque dovrebbe essere assai elevata, considerando la breve vita (2-4 giorni) di queste cellule che rapidamente diventano globuli rossi adulti.
Il semplice allenamento determina un aumento dei reticolociti (Eur. J. Appl. Physiol., 1988; 57: 490-498) così come l’esposizione all’ altitudine reale o simulata.