Incredibile Passaporto Biologico
28 Giu 2012
“Limits and pitfalls of Athlete’s Biological Passport” (limiti e trappole del passaporto biologico) è il titolo di un recente articolo (Clin Chem Lab Med 2011; 49:1417-1421) di Giuseppe Banfi, esperto in analisi di laboratorio, sport e doping, autore di centinaia di pubblicazioni scientifiche su prestigiose riviste della Comunità Scientifica internazionale.
L’ Autore critica il metodo ABP, specificando vari argomenti non sufficientemente chiari o scientificamente documentati. In particolare:
- il modello statistico simil-bayesiano (ABP model) su cui si basa la valutazione dei dati NON è liberamente accessibile alla Comunità Scientifica;
- la fonte dei dati di riferimento (per es. il valore medio di Hb nei ciclisti) su cui viene poi valutato il profilo dell’ atleta NON è sufficientemente chiarita;
- la varianza interindividuale (between subject) utilizzata per i ciclisti NON è corretta: in particolare è stata applicata ai ciclisti la (bassa) varianza dei calciatori italiani, classificati come atleti di endurance, mentre non è stata considerata la (più elevata) varianza di un gruppo di atleti tedeschi che comprendeva ciclisti. L’ utilizzo di una varianza non corretta è cruciale nella valutazione statistica dei dati;
- il metodo ABP NON considera le variazioni stagionali dei parametri ematologici o la influenza dell’ allenamento, del de-training o dell’ altitudine (sebbene questo sia raccomandato nello stesso Documento Tecnico-applicativo del metodo ABP);
- i profili, mostrati in formato Excel, NON tengono conto della distanza temporale tra i prelievi, riportandoli solamente in successione, inducendo l’osservatore a sovrastimare le fluttuazioni dei valori. Lo stesso intervallo tra i prelievi, > 5gg e < 3mesi, come correttamente suggerito dagli stessi Autori dell' ABP, NON è stato rispettato. Poiché i parametri ematologici cambiano nel tempo, specialmente in periodi di intensi allenamenti, il timing dei test è cruciale in un sistema basato sulla varianza;
- la possibilità di falsi positivi NON è valutata correttamente nel programma ABP. Infatti se un atleta è testato una sola volta la sua probabilità di falsa positività rispetto agli intervalli di confidenza sarà in realtà 1/1000, mentre se testato 20 volte questa probabilità sarà circa 20 volte superiore. Così come se la varianza non è corretta (troppo bassa) la probabilità di falsi positivi sarà più elevata;
- nonostante le regole sulla raccolta, trasporto e conservazione dei campioni di sangue siano chiaramente descritte e raccomandate nel Documento Tecnico ABP, nella pratica queste spesso NON sono state seguite. In particolare la conta dei reticolociti è stabile solo fino a 10 ore dopo il prelievo anche quando la conservazione a bassa temperatura è certificata. Se queste regole basilari non sono rispettate i risultati delle analisi NON sono affidabili;
- il controllo di qualità (Quality Control) degli strumenti utilizzati per le analisi NON è stato sufficientemente garantito, né la variabilità analitica è stata sufficientemente considerata nel programma ABP;
- nella valutazione della colpevolezza degli atleti spesso sono stati considerati mancati “attesi cambiamenti” dei parametri ematologici: in particolare se Hb non cala durante corse a tappe l’ atleta è accusato di pratiche illecite. A riguardo i dati pubblicati sono scarsi e controversi a causa di una variabilità interindividuale molto elevata.
In ogni caso il riscontro di valori COSTANTI di un parametro NON può essere valutato da un metodo (ABP) basato sulla VARIAZIONE dei suddetti valori.
Come ulteriore invito a riconsiderare la Credibilità del sistema ABP, aggiungo un episodio di cui sono venuto a conoscenza.
Nella primavera del 2010, alcuni ciclisti di una squadra Pro-Tour in allenamento in altitudine (Teide, Tenerife) sono stati sottoposti ai normali prelievi ABP. Ricevuti i risultati delle analisi, considerandoli non attendibili (valori troppo elevati), è stata sufficiente una telefonata del medico di squadra all’ amico dott. Zorzoli, responsabile doping UCI, per vedere cancellati i risultati di quei test, scomodi sia per la Squadra che per il Sistema Passaporto Biologico, che tende a non considerare gli effetti dell’ altitudine.
Questo comportamento mi ricorda la non rara abitudine di certi Ricercatori di nascondere o non considerare i “dati scomodi”, cioè quelli più lontani dalla “verità” che vogliono dimostrare.
Recentissimamente l’ UCI ha aperto un procedimento ABP su un atleta, considerando dati risalenti a 3-4 anni fa.
Naturalmente gli “Esperti” che hanno valutato il caso NON erano a conoscenza del nome dell’ atleta, come il regolamento prescrive e come probabilmente avvenuto nei casi sanzionati precedentemente.
Direi che è più probabile rinvenire una palla di neve all’ inferno…