Giro d'Italia 2002
16 Giu 2002
Conoscevo molto bene la salita di Passo Coe, che ha deciso l’ 85° Giro D’ Italia.
L’ ho percorsa più di una volta in bici qualche estate fa: non ha pendenze impossibili, ma é lunga (circa 19 km), non dà respiro ed è quasi tutta esposta al sole.
L’ aria calda e umida che sale dalla valle dell’ Adige nei pormeriggi estivi rende la scalata assai insidiosa e raddoppia la fatica dei corridori.
Se poi viene affrontata dopo quasi 3 settimane di corsa, come salita finale di una tappa di montagna di 225 km, si può comprendere la ragione di tante clamorose crisi di corridori importanti. Già il giorno precedente il “tappone” dolomitico, con la durissima Marmolada, aveva messo a dura prova i migliori; chi in questo sforzo aveva speso troppe energie non è riuscito a ripristinare nella notte le proprie riserve di glicogeno muscolare, e il giorno dopo lungo la salita di Passo Coe si è trovato senza “benzina”.
Savoldelli ha impiegato 55’ per scalare i 1480 m di dislivello (VAM = 1614 m/h), percorsi a quasi 21 km/h. A questa velocità, rimanere in scia di altri corridori consente un risparmio energetico di circa 20 watts, pari a circa il 5% della potenza erogata dal corridore.
Per questa ragione Paolo Savoldelli ha accelerato con estrema violenza, percorrendo 2 km “a tutta”, lasciando gli immediati inseguitori al vento.
In quell breve tratto ha guadagnato 30”, pedalando ad una velocità media di circa 24 km/h (VAM = 1850 m/h).