Coppa Agostoni 2003
22 Ago 2003
La Coppa Agostoni è una corsa molto impegnativa, vuoi per il caldo, per il dislivello complessivo (più di 2000 metri) e per lo strappo di Lissolo (con tratti al 15% di pendenza) da ripetere 5 volte, in un circuito di 20 km assai nervoso.
Ma oggi sono stati soprattutto i corridori a rendere selettiva la corsa, con un avvio molto veloce e con i migliori a fare selezione sin dalla prima scalata del Lissolo dopo solo 75 km di gara, a ben 120 km dal traguardo.
Rimasti in avanscoperta i 10-12 corridori più forti del gruppo, la corsa si è trasformata in una prova di endurance , dove oltre al “motore” è determinante anche il “serbatotio”.Chi è partito con le riserve di glicogeno piene, chi è allenato a bruciare i grassi - risparmiando gli zuccheri – , chi è riuscito ad alimentarsi bene in corsa, alla fine è emerso come vincitore.
E Francesco Casagrande, ottimo scalatore e atleta di fondo, è arrivato tutto solo al traguardo dopo una lunga fuga.
Danilo DiLuca è rimasto con lui fino a 40 km dall’ arrivo, quando improvvisamente “si è spenta la luce” e, senza più energie, nell’ arco di pochi minuti è stato costretto addirittura ad abbandonare la corsa.
La “crisi energetica” quando arriva, raramente consente di recuperare, anche se il corridore rallenta e si alimenta, come ha cercato di fare DiLuca.
Ciò accade perché quando si esauriscono le riserve di carboidrati (glicogeno muscolare ed epatico), nemmeno i grassi (abbondantemente presenti nel tessuto sotto-cutaneo) vengono utilizzati in modo efficiente; come dicono i biochimici “gli acidi grassi bruciano al fuoco degli zuccheri”.
Da qui l’ importanza di una alimentazione ricca in carboidrati nelle 24-48 ore che precedono la partenza, e durante la gara stessa al fine di ritardare il più possibile l’ esaurimento delle riserve di glicogeno.
Ma è anche l’ allenamento, soprattutto a ritmo Medio, che consente di abituare i muscoli ad utilizzare una miscela grassi-carboidrati dove i primi siano più presenti, preservando gli zuccheri per il finale di corsa.